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Il Business Advisor tra Startup ed Operazioni Straordinarie
In tempi antichi re ed imperatori si sono sempre circondati di persone con una profonda conoscenza in determinate aree o su determinati problemi, i famosi “consiglieri”.
Le cose da allora non sono poi così cambiate se come “imperatore” consideriamo oggi il moderno imprenditore e come “consigliere” la nuova figura del business advisor.
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ToggleChi è il business advisor?
Advisor è un sostantivo inglese derivato dal verbo to advise (consigliare) e indica chi dà consigli per professione.
Nell’attuale terminologia del mondo economico e finanziario, per business advisor si intende il mentore e/o il consulente in grado di sostenere e supportare l’imprenditore (e/o società) nelle fasi delicate di start up, fusioni e acquisizioni, joint-venture e vendita della stessa o di parti di essa.
Perché affidarsi ad un business Advisor?
L’intervento del business advisor si rende spesso necessario a causa dell’elevato livello di complessità di queste operazioni. E’ per questo motivo, infatti, che la sua figura negli ultimi anni ha assunto un ruolo di primo piano nel mondo economico-finanziario.
Il business advisor non è necessariamente una persona fisica, può essere una società, uno studio professionale oppure un’associazione di esperti. Spesso, in caso di grosse operazioni, sono le grandi banche d’affari nazionali o straniere.
Il Business Advisor in fase di start up
Un potenziale imprenditore si rivolge tipicamente ad un business advisor poiché necessita principalmente delle competenze necessarie per realizzare un progetto economicamente e finanziariamente sostenibile, basato su una Business Idea innovativa e vincente.
All’imprenditore non sfugge poi che il business advisor tramite la sua rete di conoscenze può segnalare il progetto a finanziatori interessati a determinate tipologie di investimento o a professionisti in grado di fornire conoscenze tecniche e tecnologiche all’avanguardia.
Il business advisor, quindi, non solo funge da intermediario tra il potenziale imprenditore ed il finanziatore ma svolge anche tutta una serie di attività per selezionare le idee più originali e i progetti migliori da proporre all’investitore più idoneo a finanziarli.
Fornisce al futuro imprenditore le conoscenze e le competenze necessarie per formulare un piano d’azione che concretizzi la sua Business Idea ancora sulla carta e nella maggior parte dei casi è in contatto anche con professionisti in materie non propriamente finanziarie ma comunque legate alla creazione, alla crescita e allo sviluppo dell’impresa: avvocati, finanziatori, assicuratori, ecc.
Il Business advisor, quindi, seguendo il progetto dalla fase embrionale fino alla sua realizzazione, fornisce agli startuppers due tipologie di aiuti:
Aiuti diretti:
- Ricerche di mercato
- analisi e valutazione della Business Idea;
- definizione delle strategie aziendali;
- redazione del Business Plan;
Aiuti indiretti:
- contatto con potenziali investitori;
- condivisione rete di professionisti;
- scelta locali, fornitori, macchinari, ecc.
Il Business Advisor in altre fasi di vita dell’azienda
Il ruolo del business advisor non si ferma alla fase di start up ma si estende anche ad altre fasi di sviluppo dell’azienda. Altre Attività svolte da questa tipologia di consulenti sono, infatti, quelle riguardanti le cosiddette “operazioni straordinarie” quali:
Quotazione in Borsa: in questa fase il business advisor si occupa della redazione del prospetto informativo, della valutazione e quindi della formazione del range di prezzo;
M&A (Merger and Acquisition): in questo tipo di operazioni il business advisor progetta e gestisce l’integrazione di due strutture aziendali, un compito che presenta molteplici difficoltà in quanto implica la risoluzione di problemi di natura anche molto diversa (industriale, finanziario/contabile, di identità/filosofia aziendale ecc.), la cui complessità cresce con il crescere delle dimensioni dei soggetti coinvolti.
Vendita business o assets: nel caso di vendita, il business advisor è impegnato a ricercare gli acquirenti interessati all’intera società o a specifici assets della società stessa e nella valutazione economica degli stessi.
Conclusioni
L’utilità di avere un proprio “consigliere” di fiducia è conosciuta da tempi immemori. Pensare di farne a meno in periodi difficili e turbolenti come questi, specie se si è in fase di startup, è altamente “sconsigliabile”!
Se il tasso di mortalità delle startup è elevatissimo (quasi il 90%) un motivo ci sarà e conoscerlo in anticipo potrebbe in molti casi risparmiarvi tempo, denaro e delusioni.