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La Vocazione Naturale dell’Imprenditore di Luigi Einaudi
Una crisi economica che si rispetti presenta due caratteristiche: mancanza di sviluppo delle imprese esistenti e calo delle nascite delle nuove. In un’economia capitalistica, è, infatti, l’imprenditoria a fare da traine all’intero sistema.
Detto questo, occorre fare delle considerazioni sulla figura dell’imprenditore e mi piace farlo partendo dai pregiudizi ed etichette che animano l’immaginario collettivo:
- Imprenditore è colui che passa 300 giorni all’anno sdraiato su di una spiaggia alle Maldive, gli altri 65 giorni li passa in una villa extralusso in periferia con garage popolato da Maserati e Lamborghini;
- Imprenditore è un despota che non rispetta i suoi collaboratori, gode nell’imporsi ai dipendenti e non conosce minimamente il significato di parole come “collaborazione” o “gioco di squadra”;
- Imprenditore è una figura mitologica dalle doti e/o formazioni eccezionali altrimenti non sarebbe riuscito a fare impresa.
Chi è davvero un imprenditore e che ruolo gioca all’interno società?
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ToggleL’imprenditore visto da Luigi Einaudi
Per capire chi è un imprenditore, bisogna un attimo allontanarsi dalle fredde e astratte definizioni economiche o normative esistenti. In questo modo si avrebbe solo una “definizione di imprenditore” tanto ufficiale quanto sterile…
Ecco io vorrei provare a spiegarvi chi è davvero un imprenditore e perché ha scelto di fare questo nella sua vita e lo faccio prendendo in prestito le parole di Luigi Einaudi, uno dei padri fondatori della Repubblica Italiana:
Migliaia, milioni di individui lavorano, producono e risparmiano nonostante tutto quello che noi possiamo inventare per molestarli, incepparli, scoraggiarli. E’ la vocazione naturale che li spinge; non soltanto la sete di guadagno.
Il gusto, l’orgoglio di vedere la propria azienda prosperare, acquistare credito, ispirare fiducia a clientele sempre più vaste, ampliare gli impianti, costituiscono una molla di progresso altrettanto potente che il guadagno.
Se così non fosse, non si spiegherebbe come ci siano imprenditori che nella propria azienda prodigano tutte le loro energie ed investono tutti i loro capitali per ritirare spesso utili di gran lunga più modesti di quelli che potrebbero sicuramente e comodamente ottenere con altri impieghi.
Considerazioni personali
Luigi Einaudi è riuscito a mettere in risalto le difficoltà che ogni giorno incontra chi ha deciso di perseguire questo cammino. Einaudi sottolinea come parole pronunciate per offendere, scoraggiare o calugnare a nulla valgono di fronte a una “vocazione naturale”.
Il tempo investito insieme ai capitali e alle energie viene ripagato dall’ammirare il frutto del proprio lavoro crescere, prosperare e offrire “ricchezza”.
Quando vedete qualcuno darsi da fare e lavora nel rispetto delle leggi, invece di guardarlo con sospetto e peggio ancora ostacolarlo (come spesso accade negli uffici pubblici), ricordatevi delle parole di Einaudi! 😉
2 comments on “La Vocazione Naturale dell’Imprenditore di Luigi Einaudi”
Siro
Non la conoscevo, veramente bellissima! Come imprenditore mi ritrovo pienamente! 🙂
Imprenditore GlobalePost author
La descrizione di Einaudi di questa primordiale vocazione dell’imprenditore, oltre ad essere molto bella fa anche molto riflettere. Gli ostacoli che ogni giorno gli imprenditori devono affrontare sono assurdi, specie in Italia, dove persino lo Stato non si astiene dal mettere il suo bastone fra le ruote!!