La svizzera è famosa nel mondo per le montagne, i formaggi, la cioccolata, il segreto bancario e anche per gli orologi!
Tancredi, ne “Il Gattopardo”, rivolgendosi allo zio prigioniero del passato, afferma: “Se vogliamo che tutto rimanga come è, bisogna che tutto cambi”.

Se oggi come anni fa la Svizzera conquista il mondo con le sue eccellenze è anche e soprattutto perché gli imprenditori elvetici hanno saputo rinnovarsi costantemente e quindi consolidarsi.

Non smetterò mai di ripetere l’importanza per un’impresa di saper cavalcare l’onda del cambiamento, di sapere leggere i tempi che cambiano! E il solo modo per avere vento favorevole è conoscerne la direzione.

Dietro ogni rinnovamento non può che esserci un grande imprenditore globale ed oggi parleremo proprio di uno di questi, Nicolas Hayek.

 

Gli inizi di Nicolas Hayek

Nasce nel 1928 in Libano e trasferitosi in Francia, si laurea all’Università di Lione in Chimica e Fisica.  Non potendo continuare i suoi studi negli USA a causa della scarsa disponibilità finanziaria, Nicolas accetta di occuparsi della fonderia di materiale ferroviario di un suo parente.

L’avventura dura, però, solo pochi anni. Nonostante i buoni risultati, Nicolas ebbe delle divergenze con il datore di lavoro sul modo di organizzare e gestire il business e questo lo spinse fortunatamente a mettersi in proprio, fondando la Hayek Engineering Inc. una società di consulenza.

Oggi la sua azienda conta oltre 250 consulenti e annovera tra i suoi clienti diverse multinazionali. Tuttavia, non è stato questo il suo più grande successo…anche se tutto ebbe inizio grazie ad essa ed ai giapponesi!

 

La guerra degli orologi

Fino ai primi anni ’70, la Svizzera con le sue 1600 imprese ed oltre 90.000 addetti controllava il 90% dell’orologeria mondiale.

Nel giro di un solo decennio, tuttavia, le cose cambiarono completamente. Citizen, Casio e Seiko introdussero sul mercato l’economico ed affidabile orologio a quarzo con display digitale, innescando una vera e propria rivoluzione a tutto vantaggio dei competitors giapponesi (all’epoca paragonabili ai cinesi di oggi).

La nuova tecnologia e il basso costo della manodopera giapponese portarono addirittura le principali aziende del comparto a prendere in considerazione la possibilità di uscire dal settore!

Per fortuna, prima di fare scelte azzardate, si decise di dare incarico di studiare il settore e verificare la possibilità di sopravvivenza ad una società di consulenza esterna, proprio quella di proprietà di Hayek.

 

Il pensiero laterale di Hayek

Dopo qualche mese di lavoro e senza alcuna possibilità di competere con il costo della manodopera nipponica, Nicolas Hayek ebbe un’idea geniale. Un’idea che non risolveva il problema prospettato ma che faceva molto di più:

“ridisegnava il mercato degli orologi e cambiava le regole del gioco”!

Hayek si rese conto che il “Made in Svizzerland” aggiungeva un plus agli orologi della fascia alta, un plus che la stessa produzione nipponica invidiava. L’eccellenza svizzera nell’orologeria lunga 300 anni era difficile da cancellare anche per gli operosi giapponesi!

Il problema era quindi competere anche sulla fascia bassa, vincendo il basso costo della manodopera dagli occhi a mandorla. La soluzione venne proposta da Hayek, il quale suggerì di progettare e produrre un nuovo tipo di orologio “emozionale” ad alta tecnologia ma a basso costo: lo Swatch.

 

Dall’idea ai fatti

L’idea di Hayek sollevò numerose polemiche e critiche, la sua visione metteva in discussione il metodo artigianale di produzione svizzera e rompeva di fatti ogni schema.

Ma alla fine Hayek riuscì ad imporsi anche perché non c’erano altre soluzioni. L’alternativa era vendere tutte le aziende ai giapponesi e chiudere da sconfitti 300 anni di storia.

L’imprenditore svizzero guidò per quattro anni la riorganizzazione delle ASUAG e SSIH, le 2 principali società del settore (che detenevano tra l’altro i marchi di orologi più prestigiosi). Dalla fusione delle due aziende nacque la Société Suisse de Microélectronique et d’Horlogerie, rinominata in seguito Swatch Group.

Hayek, insieme ad altri imprenditori svizzeri, entrò nel capitale sociale della nuova società con una quota di maggioranza e fu anche nominato CEO.

 

Il primo orologio emozionale: lo Swatch

Vennero introdotte molte novità: il processo produttivo fu robotizzato, si decise di utilizzare la più economica plastica e di ridurre il numero degli ingranaggi senza perderne in qualità.

Mancava solo un ingrediente, quello più importante per Heyek, come lui stesso affermò:

“..sentivo che mancava qualcosa…poi intuii che il combinare l’idea di divertimento, stile, provocazione ed innovazione rappresentava una miscela imbattibile… Non è un problema di moda! La moda è legata all’immagine.. Il prodotto “emozionale” riguarda un messaggio.”

Costituì un team di Design e Marketing di grande talento e così, nel 1983, il primo swatch fu presentato al grande pubblico.  Il successo fu clamoroso! La grande visibilità del nuovo brand illuminò anche gli altri marchi svizzeri più prestigiosi!

 

Le pluripremiate qualità imprenditoriali di Nicolas Hayek

Dinamico, visionario, un grande motivatore con un’eccellente capacità di leggere il mercato. Sono queste le principali caratteristiche dell’Hayek imprenditore. Senza di lui probabilmente la Svizzera avrebbe perso un pezzo di storia ed un motivo di orgoglio.

Un vero e proprio manager-imprenditore capace di coniugare spirito di intraprendenza e di sacrificio con doti analitiche e organizzative.

Partendo dal nulla, costituì un’impresa di consulenza, affermata ancora oggi nel settore. Ciò gli permise di andare incontro a quel per cui la storia ancora oggi lo ricorda.

 

Conclusioni

Quella di Nicolas Hayek è la dimostrazione concreta di come un’idea possa cambiare il destino della persona che l’ha concepita e a volte, come in questo caso, di un intero settore economico e quindi di migliaia di centinaia di altre persone!

E’ la dimostrazione di come il più delle volte non serva avere particolari doti basta solo la capacità di leggere il proprio tempo storico-sociale e mettere insieme i pezzi di quel puzzle per rispondere a un’esigenza sociale e/o costituire un nuovo servizio/prodotto.

 

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