A distanza di un secolo il nome Ford è ancora indissolubilmente legato al mondo automobilistico non solo perché la “Ford Motors” è ancor oggi una delle più importanti aziende del settore ma soprattutto perché l’industria moderna in particolare quella volta alla produzione dei veicoli su quattro ruote nasce e si sviluppa con Henry Ford.

La sua attività, modificando il sistema dei trasporti urbani, ha rivoluzionato dapprima l’intero sistema sociale americano e poi quello mondiale.

 

Gli inizi del giovane Henry Ford

Henry Ford nacque il 30 luglio del 1863 in una fattoria del Massachusetts da una famiglia di origine Irlandese. Ricevette appena una formazione elementare, poco amante del lavoro nei campi, la sua unica passione sembrava essere legata alla meccanica.

Si racconta che nacque in lui il forte interesse per i congegni meccanici quando suo padre gli regalò un orologio da tasca, che smontava e rimontava continuamente.

Quella passione lo porto prima ad improvvisarsi “riparatore di orologi” e poi lo condusse nel 1979 a Detroit, dove trovò lavoro come macchinista in diverse aziende e qualche anno più tardi come ingegnere presso la Edison Illuminating Company.

Dopo la sua promozione a Chief Engineer nel 1893, Henry ebbe abbastanza tempo e denaro per potersi dedicare ai suoi esperimenti sui motori a benzina, incoraggiato e sostenuto dal suo capo il mitico inventore ed imprenditore Thomas Edison.

 

Henry il pazzo partorisce il suo primo modello a quattro ruote

La sua irrefrenabile passione per i congegni meccanici gli valse l’appellativo di “henry il pazzo”. Ben presto la sua ossessione lo portò a cimentarsi nella costruzione di una propria vettura e farsi beffe di coloro che ridevano di lui.  Il 4 giugno del 1896 dal suo garage adibito a laboratorio sbucò al volante di un’automobile, la sua prima automobile. Si trattava di un veicolo semovente che chiamò Ford quadriciclo.

In quella giornata assolata e in quelle a seguire i cittadini di Detroit assistettero inconsapevolmente ai primi passi verso un futuro a quattro ruote.

 

La prime aziende e i primi fallimenti di Henry Ford

Nel 1899 Ford lascia la Edison per mettersi in proprio ed insieme ad altri soci fonda la Detroit Automobile Company. Le automobili prodotte erano però di qualità inferiore alla concorrenza ed il prezzo addirittura più alto e così dopo appena 3 anni di attività l’azienda fu chiusa.

Henry non demorse. Ci riprovò l’anno seguente! Fondò una nuova società che portava il suo stesso nome e creò un nuovo modello d’auto. La nuova vettura riscosse un discreto successo ma delle divergenze di opinioni e di prospettive costrinsero Henry a lasciare la società, che di lì a poco cambiò nome in Cadillac Automobile Company.

Nemmeno questo nuovo fallimento fece perdere d’animo ad Henry! Il suo obiettivo divenne quello di realizzare una macchina poco costosa e così grazie a delle vecchie conoscenze iniziò a disegnare i primi progetti e strinse con dei rivenditori delle partnership per favorirne la futura vendita. Le cose non andarono subito bene. Tuttavia, dando tempo al tempo, dopo tante prove e il via vai di vecchi e nuovi soci, si arrivò alla giusta quadratura che culminò nel 16 giugno 1903 con la nascita della Ford Motor Company.

 

L’intuizione di Ford

Il XIX secolo aveva già visto venire alla luce diversi modelli di autovetture differenti per il design e le caratteristiche tecniche ma tutte accomunate dal costo proibitivo e dalla complessità di guida. In altre parole l’automobile era un vanto per pochi privilegiati.

Ford realizzò allora l’esistenza di una domanda latente non soddisfatta. Conscio delle potenzialità del nuovo mezzo di trasporto, comprese che queste potevano essere espresse solo se l’automobile fosse diventata un vanto per tutti.

Tuttavia, si rese ben presto conto che la via della diffusione ad ampio raggio era praticabile solo se fosse riuscito a ridurre i costi di produzione (in modo da abbassare il prezzo di immissione sul mercato) e semplificare il meccanismo di guida.

 

Fordismo e Modello T

Nel 1908 venne presentato lo storico modello T, smuovendo una macchina pubblicitaria dalle proporzioni di una campagna elettorale. Tutti dovevano sapere della sua nuova “creatura”. Venne creata una rete di rivenditori locali di modo che la sua nuova vettura fosse onnipresente in quasi tutte le città del Nord America.

Il modello T è ora considerato l’emblema della produzione industriale su larga scala. Ford realizzò l’automobile della classe media, “guidando” così quest’ultima nell’era del consumo di massa.

Per realizzare una vettura a prezzi competitivi dovette risolvere due nodi l’elevato costo di produzione e i tempi di lavorazione troppo lunghi. La genialità risedette nel trasformare questi due elementi nel punto di forza della propria azienda.

La sua lungimiranza lo portò ad introdurre nella fabbrica una delle prime catene di montaggio. I benefici di tale scelta furono subito evidenti i tempi di lavorazione vennero ridotti, la produttività crebbe in maniera esponenziale e, scomponendo il processo di produzione in piccole operazioni semplici e ripetitive, poté fare a meno dell’operaio specializzato, avvalendosi di uno meno qualificato (concetto replicato da Ray Kroc nel business del fast food 50 anni dopo).

Il successo di Ford fu inoltre determinato dalla gestione innovativa del personale. Sapeva bene che il rendimento di un dipendente era direttamente proporzionale alla sua soddisfazione nell’ambiente di lavoro e dunque ne accrebbe la motivazione aumentando il salario. Tempo dopo definì questa sua scelta “come la più bella riduzione di costi che si potesse mai fare”.

 

Le qualità imprenditoriali di Henry Ford

Quando si parla di Henry Ford non è possibile inquadrarlo in una prospettiva esclusivamente imprenditoriale. Le sue idee, le sue scelte, il suo modo di essere e di vedere lo collocano fuori da ogni schema e lo erigono ad uno dei più grandi pensatori della storia (e questo nonostante avesse appena completato le scuole elementari)!

Per renderci conto della sua lungimiranza, basta ad esempio pensare alla sua storica e spregiudicata scelta di aumentare la retribuzione al proprio personale per incrementare la motivazione e favorire contemporaneamente l’ascesa di quella che di lì a poco sarebbe diventata la piccola borghesia, vero motore dell’economia.

Per renderci conto invece della sua perseveranza, determinazione e reattività basta leggere uno dei tanti insegnamenti presenti nel suo libro “my life at work“.

 

La civilizzazione delle automobile

Ford è considerato uno dei più grandi imprenditori del XX secolo ma alla luce di quanto detto sopra è evidente che questo riconoscimento non è figlio del patrimonio (di per sé considerevole) che ha accumulato o della sua propensione per il mondo degli affari ma della rivoluzione sociale che la sua attività imprenditoriale ha determinato.

La diffusione dell’automobile ha comportato cambiamenti nell’assetto urbanistico delle città, ha modificato il concetto di distanza con tutto ciò che questo comporta sia a livello turistico che commerciale.

Ha in ultima analisi modificato le abitudini di vita dell’uomo moderno, portando non a caso alcuni studiosi a parlare di “civilizzazione dell’automobile”.